A breve partirà il DVB-T2. Il NUOVO digitale terrestre. Sei pronto?
Che cos’è il DVB-T2? Come sapere se la TV è compatibile? Quando cambierà il digitale terrestre? Che Decoder servirà per continuare a vedere la TV? Le vecchie antenne andranno bene lo stesso? Queste sono le domande che, se non ti sei già fatto, probabilmente ti dovrai fare tra breve.
Da molti anni si parla di
DVB-T2
, il cosiddetto
digitale terrestre di seconda generazione
, una tecnologia nuova che offrirà molti vantaggi nella visione della TV terrestre ma che, come tutte le novità, è accompagnata anche da molta confusione soprattutto per i non addetti ai lavori. Nelle righe qui di seguito cerchiamo spiegare con semplicita e chiarezza di cosa si tratta e cosa ci dovremo attendere.
Frequenze TV e 5G: il Dividendo Digitale
Radio, TV, WiFi, telefonia cellulare, sono tutti sistemi che per il loro funzionamento utilizzano specifiche frequenze dello spettro elettromagnetico e, in particolare, TV e telefonia cellulare operano su frequenze vicine tra loro. L’evoluzione delle trasmissioni televisive degli ultimi anni ha permesso agli operatori televisivi di liberare ampie porzioni di banda che sono state gradualmente occupate dalle reti cellulari. Per questo motivo è stato creato il “dividendo digitale” che assegna agli operatori telefonici i canali TV che si sono man mano liberati. Fino al 2010, le trasmissioni televisive occupavano la
banda fino a 870MHz (ch. 69).
Con il primo digitale terrestre (DVB-T), la banda superiore ai
790Mhz (ovvero i canali 61 al 69)
è stata liberata per lasciare spazio ai segnali LTE usati per le trasmissioni 4G (per la precisione per la banda LTE 800). Con l’introduzione del
DVB-T2 verranno liberate anche le frequenze tra 694 e 790MHz (canali 49-60)
che verranno cedute agli operatori telefonici per offrire i loro servizi con la tecnologia 5G.
La tecnologia DVB-T2
La tv digitale terrestre di seconda generazione è la naturale evoluzione del primo digitale terrestre abbiamo conosciuto una decina di anni fa. Con la prima generazione di digitale terrestre, si è passati da una trasmissione totalmente analogica ad una di tipo digitale che prevede la codifica del segnale televisivo utilizzando una
particolare “linguaggio” (codec MPEG2)
che permise l’aumento della qualità delle trasmissioni ma soprattutto il notevole incremento nel numero di canali ricevuti. Ora questa tecnologia inizia a mostrare i suoi limiti sia per la qualità che per livello di compressione che è in grado di offrire. Una prima “evoluzione” è stata quella di usare un
codec più efficiente, l’MPEG4-AVC
, che ha consentito di portare l’alta definizione nelle trasmissioni terrestri (es. i canali Rai HD e Mediaset HD). Dato che il codec l’MPEG4-AVC non è ricevibile da tutti i decoder DVB-T (soprattutto dai primissimi modelli di decoder e di TV), i due standard MPEG2 e MPEG4 sono stati “affiancati” (infatti possiamo ricevere la maggior parte dei canali nazionali sia in HD che SD -definizione standard- consentendo la normale ricezione anche ai possessori di apparati non recenti). Il DVB-T2, una volta a regime, abbandonerà l’attuale codec MPEG4-AVC in favore di un
nuovo codec di compressione ancora più efficiente l’HEVC (detto anche H.265)
il quale consentirà la trasmissione di flussi video fino
alla risoluzione di 8K e con codifica a 10 bit (HEVC Main 10)
.
Quando ci sarà il passaggio al DVB-T2?
Il passaggio al DVB-T2 (in gergo "switch off") prevede due fasi principali. La
prima fase che avverrà tra l'1 settembre 2021 e il 20 giugno 2022
(a seconda della regione), porterà allo
spegnimento delle trasmissioni MPEG-2
lasciando esclusivamente le trasmissioni in codifica MPEG-4 (quella dei canali HD per intenderci) mantenendo però lo standard attuale del DVB-T. Dal lato pratico, tutte le vecchie TV e i decoder non in grado di sintonizzarsi con gli attuali canali HD (Rai HD, Mediaset HD ecc.) diventeranno inutilizzabili.
La seconda fase
che prevedere il passaggio dal DVB-T al nuovo DVB-T2 sarà molto più rapida e si concluderà in una decina di giorni circa
(21-30 giugno 2022)
. Dopo questo passaggio tutti i dispositivi (TV, Decoder, etc..) compatibili solo con il vecchio standard DVB-T non saranno più in grado di sintonizzare i canali TV. Bisognerà per forza munirsi di un dispositivo DVB-T2.
Come faccio a sapere se la mia TV è compatibile con il DVB-T2?
Da qualche mese sono stati attivati
dei canali dimostrativi
per verificare se siamo già pronti per il nuovo standard: si tratta
dei canali 100 e 200
del telecomando che trasmettono una immagine fissa con la scritta
Test HEVC Main10.
Se riusciamo a vedere correttamente l’immagine significa che non dovremo fare nulla: il nostro impianto ed il nostro televisore sono già compatibili.
Che cosa servirà per continuare a vedere la TV?
Per quanto riguarda gli apparecchi di ricezione (TV o decoder), va sottolineato che
fin dal 2017
è stata resa obbligatoria per tutti i negozi, sia fisici che online, la vendita di apparati
già compatibili con lo standard DVB-T2 HEVC mentre dalla fine 2018 è stato reso obbligatorio la vendita di apparati compatibili con lo standard HEVC Main10 (a 10 bit) che attualmente rappresenta lo standard più evoluto. Quindi se abbiamo acquistato una TV o un decoder dopo questa data non avremo problemi.
Se invece abbiamo acquistato la tua
TV prima del 2016
e non vogliamo affrontare la spesa per l’acquisto di una nuova, la soluzione più facile ed economica è l'acquisto di un
decoder DVB-T2. In commercio ci sono diversi modelli con prezzi che partono da poche decine di Euro.
Se la nostra zona non fosse coperta dal segnale del digitale terrestre (oppure fosse coperta solo parzialmente a causa della posizione geografica o della morfologia della zona) l’unica soluzione possibile è di utilizzare i
dispositivi tivùsat. Tivùsat è una piattaforma satellitare gratuita che permette la visione dei canali del
digitale terrestre in HD e Ultra HD (4K)
. Per poterla ricevere è fondamentale avere una
parabola installata e puntata verso il satellite Hotbird 13° EST ed avere un
decoder certificato Tivùsat da collegare alla TV attraverso la porta HDMI, oppure avere un modulo
CAM Tivùsat da inserire nella TV (a patto che la nostra TV sia dotata di ingresso satellitare e di slot CAM). Va sottolineato che anche Tivùsat sta vivendo un periodo di transizione verso l’HD che ha avuto inizio lo scorso dicembre e che ha obbligato i possessori di Decoder Tivùsat in definizione standard (SD) ad acquistare un decoder o una CAM Tivùsat HD o 4K.
Le vecchie antenne andranno bene lo stesso?
Per quanto riguarda l’impianto TV, si possono fare le stesse considerazioni fatte per il primo Digitale Terrestre: in linea generale l’impianto sarà già compatibile con il nuovo standard ad eccezione di situazioni particolarmente difficoltose o in cui la ricezione attuale risulti già disturbata.
Tuttavia quando la banda 690-790MHz che è stata liberata dai canali TV inizierà ad essere usata dagli operatori cellulari sarà molto probabile che
qualche lavoro di aggiornamento si renda necessario
per filtrare i disturbi generati dai segnali 5G di antenne, ripetitori e terminali soprattutto per le zone in prossimità di ripetitori cellulari o ad alta densità di popolazione. E' probabile che alcuni elementi possano dar luogo a disturbi (intermodulazioni) che non permetteranno la corretta visione di tutti i canali televisivi.
Le principali cause di questi problemi possono essere un elevato livello di intensità dei segnali 5G rispetto ai segnali TV che saturano gli amplificatori e i sintonizzatori non adeguatamente filtrati oppure una scarsa schermatura dei componenti dell’impianto d’antenna, quali cavi, spine, prese, amplificatori, partitori e derivatori.
Le principali cause di questi problemi possono essere un elevato livello di intensità dei segnali 5G rispetto ai segnali TV che saturano gli amplificatori e i sintonizzatori non adeguatamente filtrati oppure una scarsa schermatura dei componenti dell’impianto d’antenna, quali cavi, spine, prese, amplificatori, partitori e derivatori.
Questo permette ai segnali dei telefoni 5G dentro casa e ai ripetitori vicini all’abitazione, di penetrare nell’impianto generando disturbi e intermodulazioni.
Sono già disponibili dei
filtri specifici per il 5G da installare nell'impianto d'antenna, ma in ogni caso il consiglio è quello di contattare un bravo tecnico antennista in grado di effettuare un adeguamento risolutivo dell’impianto.
Diversa situazione, invece, per gli apparati di ricezione (TV e decoder). Secondo alcuni studi svolti nel corso degli ultimi tempi, il numero totale di famiglie che dovranno sostituire almeno un apparato nella propria abitazione è di molte decine di milioni (si parla di circa 2 milioni nel momento del passaggio alla codifica MPEG-4 e di ben 12 milioni con il passaggio al DVB-T2). Nonostante l'obbligo di vendere apparati compatibili sia stato introdotto già dal 2017, risulta purtroppo che troppi televisori in uso non siano ancora compatibili DVB-T2. Come si spiega questo ritardo? Effettivamente 4 anni non possono essere sufficienti per "rinnovare" totalmente il parco macchine complessivo, tuttavia molta confusione è stata causata dai frequenti annunci, più o meno attendibili, circa l'imminente introduzione del nuovo standard puntualmente seguiti da rinvii e sementite che ha portato la maggior parte degli utenti a sottovalutare l'importanza ma soprattutto la necessità di prepararsi per tempo.
Il nostro consiglio è quello di provvedere fin da subito a controllare i TV ed i decoder che abbiamo in casa e, se necessario, ad adeguarli acquistando un decoder compatibile DVB-T2 o sostituendo il TV. La situazione pandemica attuale non aiuta, anzi molti prodotti di largo consumo e componenti primarie stanno subendo ritardo nella produzione e nell'approvvigionamento, sarà quindi molto probabile attendersi mancanze di prodotto nelle settimane a cavallo delle principali date di switch-off.
Diversa situazione, invece, per gli apparati di ricezione (TV e decoder). Secondo alcuni studi svolti nel corso degli ultimi tempi, il numero totale di famiglie che dovranno sostituire almeno un apparato nella propria abitazione è di molte decine di milioni (si parla di circa 2 milioni nel momento del passaggio alla codifica MPEG-4 e di ben 12 milioni con il passaggio al DVB-T2). Nonostante l'obbligo di vendere apparati compatibili sia stato introdotto già dal 2017, risulta purtroppo che troppi televisori in uso non siano ancora compatibili DVB-T2. Come si spiega questo ritardo? Effettivamente 4 anni non possono essere sufficienti per "rinnovare" totalmente il parco macchine complessivo, tuttavia molta confusione è stata causata dai frequenti annunci, più o meno attendibili, circa l'imminente introduzione del nuovo standard puntualmente seguiti da rinvii e sementite che ha portato la maggior parte degli utenti a sottovalutare l'importanza ma soprattutto la necessità di prepararsi per tempo.
Il nostro consiglio è quello di provvedere fin da subito a controllare i TV ed i decoder che abbiamo in casa e, se necessario, ad adeguarli acquistando un decoder compatibile DVB-T2 o sostituendo il TV. La situazione pandemica attuale non aiuta, anzi molti prodotti di largo consumo e componenti primarie stanno subendo ritardo nella produzione e nell'approvvigionamento, sarà quindi molto probabile attendersi mancanze di prodotto nelle settimane a cavallo delle principali date di switch-off.
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